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Album d'Emozioni 4
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Album d'Emozioni 4

Categorie:
Fotografia



ALBUM d`EMOZIONI 4

Giglio Fiorentino

75 foto scattate da Alessandra Perugi

di Alessandra Perugi
Prima Edizione, Firenze, il Valico, 2021
pp. 72; ill.; 4º - ISBN 9788894201024


DISPONIBILE DALL`8 SETTEMBRE 2021

  

L’Album d’Emozioni n. 4 del Valico Edizioni è una vera e propria "cartella iconografica d’espansione" del libro, scritto dalla stessa autrice, "L’Iris di Firenze, fiore e stemma della Città - Una lettura botanica del Giglio Fiorentino", al quale si fa riferimento per ogni altro approfondimento. Le 75 foto di Alessandra Perugi, stampate in quadricromia su cartoncino patinato Fedrigoni in formato cm 21 x 30, sono state raccolte sotto il titolo "Giglio Fiorentino"; si alternano infatti, nella studiata sequenza presentata nell’Album, immagini selezionatissime dello Stemma di Firenze e foto del fiore appartenente alla specie botanica Iris florentina L., il cui nome popolare è anch’esso Giglio Fiorentino, non solo perché di colore bianco come l’omonimo originario Stemma di Firenze di cui è stato il modello naturale ispiratore, ma anche perché coltivato per il suo prezioso rizoma esportato da Firenze in tutta Europa fin dall’antichità.

L’Album prende le mosse dalle primitive forme generiche gigliate di epoca e cultura etrusca per proseguire col Giglio attribuito alla tradizione preromanica che è il più antico in assoluto tra quelli completi della parte basale, quella in cui è rappresentato il Tripode, che viene reso con una forma identica a quella di una Iris in sboccio, come si evince dal confronto fotografico proposto. Quest’ultimo particolare dimostra quanto il Giglio rappresenti, fin dall’origine, una figura di rotazione, col fiore sbocciato nella triade superiore composta dal Pennacchio, dai Fioretti e dalle Ali e col fiore invece in sboccio al di sotto del Cingolo, che è a sua volta la rappresentazione dell’ovario del fiore trimero dell’Iris.

Il Tripode perciò è stato nell’antichità sempre raffigurato a 3 elementi: un Perno centrale e due Alette laterali, che nella lettura strettamente botanica costituiscono la rappresentazione, nella parte bassa della figura, della terna completa e distinta delle lacinie esterne del fiore, così come, nella parte alta dello Stemma, si ritrova la terna delle tre lacinie interne, questa volta saldate a formare il Pennacchio, simbolo dell’autorità e dell’autorevolezza istituzionale.

Scorrendo l’album si ripercorre l’evoluzione grafica dello Stemma di Firenze dall’antichità al Rinascimento, con i Fioretti (fulcro della parte fertile del fiore insieme alle Nappe) sempre più evidenti; con le Ali la cui introflessione arriva ad assumere anche una forma quasi circolare con effetti di grande modernità; il Tripode, infine, molto spesso impreziosito dalle crenature che richiamano quelle naturali delle lacinie inferiori dell’Iris, si fa ad àncora negli esemplari medievali richiamando, in alcuni casi, la primissima fase inconfondibile di sboccio del Lilium candidum, un altro fiore che come l’Iris è legato alla simbologia mariana e quindi alla Città di Firenze, a sua volta strettamente legata alla figura di Maria, che è rappresentata in trono sulla facciata del Duomo appunto con lo scettro gigliato.

La sequenza fotografica dell’Iris florentina, nome ufficializzato nel 1759 da Linneo, ma presente già 200 anni prima nella letteratura scientifica antica, mostra innanzitutto una Iris che non ha le lacinie inferiori obovate come la maggior parte degli altri giaggioli, caratteristica che insieme alle strette e allungate lacinie superiori conferisce al fiore un aspetto slanciato. Un aspetto ben compatibile col Pennacchio del Giglio Fiorentino e perfettamente compatibile, inoltre, come mostrato in copertina, con le proporzioni del classico scudo araldico. Le foto mostrano soprattutto lo straordinario candore del fiore, che non solo richiama subito alla mente l’originario colore dello Stemma fiorentino, ma tiene ben distinta l’Iris florentina da un altro giaggiolo bianco noto fin dall’antichità, con cui viene spesso confusa: l’Iris alba. A dispetto del suo nome, quest’ultima Iris ha infatti le lacinie che mostrano sia una velatura lievemente azzurrognola, sia nette macchie e striature di colore violaceo, sebbene l’elegante introflessione delle sue lacinie inferiori abbia certamente contribuito ad ispirare l’affascinante circonvoluzione delle Ali del Giglio Fiorentino.



 

Alessandra Perugi è nata nel 1969 a Firenze, dove si è laureata in Scienze Naturali nel 1996 conseguendo la votazione di 110 e lode con una tesi sperimentale sull’autismo svolta presso  l’Ospedale Pediatrico di Siena sotto la supervisione del prof. Michele Zappella. Dopo l’Università ha fondato, nel 1998, la piccola casa editrice il Valico in cui lavora prestando assistenza tecnica editoriale a privati, Enti Pubblici e associazioni.
La specialità della casa editrice è quella di curare con uno studio grafico interno la ricerca redazionale, l’impaginazione, la stampa e la pubblicazione di libri, opuscoli, dépliants e siti internet col preciso impegno di offrire ai lettori opere chiare e piacevoli. Con il Valico Edizioni, Alessandra Perugi svolge anche le proprie ricerche nei campi delle Scienze Naturali e della fotografia editoriale.


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